I figli non devono necessariamente seguire i nostri passi, né devono apprezzare ciò che piace a noi. Provo orgoglio nel vedere mio figlio crescere, nonostante sia così diverso da me, perché lo osservo nel seguire il suo “daimon”, la sua bussola interiore ed ho fiducia che questa è la sola strada giusta per lui, al di là dei miei timori o consigli.
Eppure… non posso nascondere la gioia che provo quando (ogni tanto) si appassiona alle stesse cose che appassionano me, quando resta spontaneamente affascinato da ciò che affascina anche me.
Mi avevano raccontato che l’adolescenza fosse una parentesi da temere e dimenticare… Ma si sbagliavano.
“Siamo” alla terza superiore e Michele è alle prese con libri immortali, con pensatori sfidanti e con tantissima voglia di conoscere, scoprire, meravigliarsi.
Questi libri al mio terzo anno, hanno segnato l’inizio di un viaggio… sono eccitata, orgogliosa e commossa nel vederlo prendere lo stesso treno e iniziare lo stesso viaggio.
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