Stamattina nello spogliatoio ho sentito due signore chiacchierare; si raccontavano che stanno entrambe passando un periodo difficile e, a causa della difficoltà nel prendere sonno, si consigliavano pastiglie e rimedi farmacologici vari. Erano palesemente sofferenti e cercavano di sostenersi a vicenda; mi hanno fatto molta tenerezza.
Quando una delle due è andata via, l’altra si è poi avvicinata a me e abbiamo scambiato due parole, poche ma gentili; aveva evidentemente bisogno di parlare… con chiunque… anche una sconosciuta.
Ovviamente le chiacchiere da spogliatoio lasciano il tempo che trovano e ai miei occhi era evidente che dietro c’era una timida richiesta di aiuto o solamente di essere vista.
Mi domando perché, davanti a tanti messaggi che riceviamo dal corpo e davanti ad un palese bisogno di sostegno, spesso si preferiscano rimedi superficiali e si faccia fatica a chiedere aiuto. Cercare supporto da un professionista non è svilente e non è da “malati mentali”.
Tutti affrontiamo periodi difficili, pertanto non c’è nulla di male nel rivolgersi a coloro che per mestiere hanno scelto di sostenere empaticamente gli altri quando il percorso della vita si fa temporaneamente incerto. A cosa serve prendere pillole? Nel lungo termine il sintomo si sposta.
Quando soffriamo c’è sempre un messaggio da comprendere e se non riusciamo a venirne fuori da soli non c’è nulla di male nel chiedere aiuto.